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La vasta produzione cinematografica di Sergej M. Ejzenstein è sempre stata accompagnata da una intensa produzione teorica e saggistica. Questa raccolta di articoli, che vanno dal 1928 al 1940 - con la sola eccezione del saggio su Dickens e Griffith, del 1944 - rimane indispensabile per la conoscenza dello sviluppo della teoria cinematografica e dell'analisi dell'uso del sonoro. La trasformazione visiva, e quindi filmica, di un'idea - o di una scrittura deve, secondo il regista, trasmettere allo spettatore emozioni e sensazioni che si rivelino utili per un esame critico della realtà che non si fermi alla superficie dei fatti, e soprattutto deve coinvolgere in prima persona il regista stesso attraverso una sua diretta partecipazione creativa.