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Il saggio di Michail Bachtin, tradotto e pubblicato in Italia nel 1968, non vuole essere una monografia critico-biografica tradizionale, né una ennesima interpretazione filosofica o psicologica di Dostoevskij. Attraverso una originale analisi stilistica, Batchin individua le categorie essenziali della poetica dostoevskiana e coglie la novità di questo mondo narrativo nella polifonia, nell'insubordinazione delle voci dei personaggi a una concezione del mondo cristallizzata e a esse estranea.