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"Carlo V non era veramente un diplomatico, e neppure un condottiero. La sua forza consisteva nell'assoluta certezza di raggiungere il fine e nella lealtà" così Karl Bradi, studioso del Cinquecento, tratteggia la figura complessa e sfaccettata del sovrano sul cui impero "non tramontava mai il sole". Un personaggio, dunque, dai toni e dagli stili differenti, talora in cruda antitesi tra loro, certo di difficile rievocazione. Al centro dell'interesse di Bradi sta Carlo e non l'impero di Carlo, e questa non vuole essere una biografia delle gesta bensì quella del pensiero e dell'agire politico di un imperatore costantemente sorretto dalla certezza di essere stato chiamato a quel compito dalla suprema volontà di Dio.