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Che la tragedia greca sia politica è un'affermazione che trova tutti d'accordo. Essa definisce ciò che la Città intende dire su se stessa. Ma se si presta ascolto alla voce che si innalza da essa - la voce del canto luttuoso e dell'oratorio - la tragedia si rivela sotto una luce diversa: la luce dell'"antipolitica". Ed ecco che la tragedia risulta il "legame che divide", ciò che, attraverso i secoli, ci rammenta come più del consenso sia il conflitto a produrre unità.