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"Hallo, my name is Zoe and this is my book". E' l'inizio del "Diario di un'idiota emotiva": e subito si ha un assaggio del tono che corre per tutto il romanzo, che è lieve, allegro, in contrasto con il trucido della materia trattata, un cocktail di punk, sesso, droga, disgregazione esistenziale e sgretolamento emozionale. In bilico tra generi apparentemente inconciliabili, dal grottesco alla Céline al romanzo di conversazione, con una sana dose di (auto)ironia, il libro mette in scena Zoe, protagonista narratrice che scrive pornografia "impegnata" e sceneggia telefonate hard, e per vivere fa la receptionist in un locale sadomaso.