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Una raccolta poetica che alterna interni ed esterni, situazioni più intime (come una bellissima poesia sul padre) e quadretti sociali che illuminano le trasformazioni della realtà contemporanea più di cento discorsi. Ma nel libro c'è un terzo polo che intreccia interiorità e politica in una chiave straniante, biologica: è la sezione intitolata "Divertimenti sotto la calotta cranica", dove lo sguardo sull'uomo è dato dal punto di vista dei meccanismi neurocerebrali, della macchina umana, in un incrocio di cultura umanistica e scientifica che altre volte ha caratterizzato la poesia e le riflessioni di Enzensberger, ma che mai come in questo caso è riuscito a far affiorare in maniera così icastica quella "giungla interna arcaica" che si cela "sotto il tumulto degli organi". Tra reminiscenze dei due grandi maestri della poesia novecentesca tedesca, Brecht e Benn, Enzensberger ha elaborato un libro-conversazione segnato da una grande felicità linguistica e da uno spiccato sense of humour. Fra paradossi della mente, dei corpi e della vita, questa raccolta procede per continui scatti di intelligenza che un po' divertono e un po' atterriscono, e dopo i quali qualsiasi problema diventa diverso da come sembrava prima.