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Nei racconti che compongono questo volume, rinvenuti tra le carte di Fenoglio dopo la sua morte e rimasti a lungo inediti, scene e personaggi delle Langhe sono colti con la vena del cronista disincantato ma partecipe del mondo di casa, tra asprezze e generosità, miserie e grandezze. Ma siccome è di Fenoglio che parliamo, le storie di famiglia, i matrimoni, l'ossessione per la "roba", le beghe e le risse lievitano ben presto, fino ad assumere le dimensioni di una ruvida epica paesana. Forse perché dietro a ognuna di queste vicende sta l'incessante sperimentazione dello scrittore: il linguaggio che utilizza accortamente le durezze del dialetto e le robuste metafore del parlare contadino, con il suo piglio svelto e concreto. O forse perché Fenoglio ha, come pochi, la straordinaria capacità di consegnarci eventi e personaggi memorabili. Introduzione di Gabriele Pedullà.