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Figli di contadini, orfani, piccole creature senza famiglia: i bambini di Mo Yan sono al tempo stesso creature in carne e ossa e piccoli fantasmi che visitano le case degli adulti e le vaste campagne della Cina rurale. Anche se spesso sono schiacciati dalla violenza degli adulti e dalla brutalità delle regole sociali, e sembrano sempre sul punto di soccombere, conservano una loro leggerezza magica, una capacità di aprirsi dei varchi, delle linee di fuga, magari nel sogno e nella fantasia. La forza espressiva di questi racconti, che uniscono il realismo e la crudezza visionaria di "Sorgo rosso", sta nella loro capacità di dare rilievo drammatico allo scontro tra le due anime dell'uomo, quella misteriosa e incantata e quella miserabile e canagliesca.