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Scoperto nel 1808 da Luigi Pernier, Il Disco di Festo è stato da quel momento ritenuto uno dei reperti più misteriosi ed affascinanti dell'antichità. Su entrambe le facce è inciso infatti un testo composto da 45 segni, più volte oggetto di interpretazione. Al racconto di questi tentativi è dedicata una parte del libro. L'autore tenta inoltre una disamina scientifica e sistematica di questa scrittura. Ogni singolo segno o gruppo di segni è analizzato e riprodotto. Il sistema di scrittura che viene così svelandosi è messo a confrotno con i segni delle scritture note della Creta minoico-micenea. I segni vengono posti in relazione anche con reperti archeologici di aree affini. Ne derivano spunti per l'interpretazione di questa scrittura.