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Un esercizio poetico che si è dipanato per buona parte del Novecento, dal volume di esordio del 1951, "Linea K" (ma la prima poesia datata, "La nuvola", è del 1937) fino alle ultime plaquette apparse nel 2010. «Un'opera complessiva» scrive Maurizio Cucchi «che si è svolta ed è venuta arricchendosi nell'ampio arco temporale di oltre mezzo secolo, un'epoca in continuo mutamento, di cui ha saputo essere un singolare, saggio e acuto testimone affabile attraverso l'impareggiabile rigore semplice della sua parola.» Ancora oggi la poesia di Luciano Erba, poeta umanissimo e irrequieto, mantiene intatta tutta la freschezza inventiva e la vitalità, l'impeccabile grazia del suo primo apparire, riuscendo ad attrarre un ampio numero di lettori. Aspetti caratteristici dell'affabilità e della sprezzatura del suo stile sono la capacità di dare voce all'immaginazione fanciullesca, talora dissimulando una raffinata cultura, e l'abilità con cui sfugge alle trappole emotive della soggettività preferendole il dato concreto e quotidiano del reale, nel quale sa ritrovare pienezza di senso. Non vanno infine dimenticate la sua ironia, sottile strumento di conoscenza, e una limpidezza e agilità comunicativa che hanno pochi uguali nella nostra tradizione poetica.