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"Cavie" è un romanzo composto da ventitré delle più terrificanti, comiche, avvincenti, stomachevoli storie che abbiate mai letto. A raccontarcele è un gruppo di aspiranti autori che hanno risposto all'annuncio «Ritiro per scrittori: abbandona la tua vita per tre mesi», e sono stati spinti a credere che "lì" finalmente si sarebbero lasciati alle spalle tutte le distrazioni della "vita reale", vero ostacolo alla creazione del loro capolavoro. Ma "lì" non è altro che un vecchio teatro in disuso dove, ermeticamente isolati dal resto del mondo, vedono giorno dopo giorno ridursi cibo, riscaldamento, elettricità. Quanto più le circostanze si fanno disperate, tanto più le storie che raccontano si fanno a tinte forti, e più ambigui e feroci si fanno i loro intrighi e le loro lotte per diventare l'eroe, o eroina, di questa terribile vicenda, così simile al più sensazionale e volgare dei tv movie. Il risultato è un susseguirsi ipnotico di narrazioni sempre più estreme in cui lo stile inconfondibile, grottesco e dark di Palahniuk si spinge sull'orlo dell'abisso.