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È difficile stabilire quando abbia avuto inizio il declino dell'America. Quando la più forte economia del mondo abbia mostrato i primi segni di cedimento. Quando le istituzioni che tenevano unito un paese abbiano cominciato a sgretolarsi. Sono le ferite aperte dell'America quelle che George Packer ci invita a guardare in questo viaggio nella storia recente degli Stati Uniti. Un viaggio che dalle stanze del potere politico a Washington arriva al cuore del potere finanziario di Wall Street, passando attraverso la rivoluzione hi-tech della Silicon Valley e i desolati paesaggi urbani della Rust Belt colpiti dalla deindustrializzazione. Un viaggio tra comunità disgregate, città in rovina, stabilimenti smantellati o delocalizzati, lavoratori con sempre meno diritti e tutele e un ceto medio che la crisi economica ha fatto scivolare inesorabilmente verso la povertà. Packer racconta storie di gente comune, uomini e donne che provano a dare un senso alla propria esistenza mentre tutto intorno a loro sembra andare a rotoli. E queste storie si intrecciano a brevi ritratti dei grandi personaggi della società, della politica e della cultura americane, da Colin Powell a Newt Gingrich, da Raymond Carver a Jay-Z, icone del successo e del fallimento di un intero sistema. Racconto corale fatto di voci arrabbiate, disilluse, a tratti poetiche e commoventi, determinate e realistiche, "I frantumi dell'America" è un libro coraggioso e inquietante, che cerca di rimettere insieme quello che resta del «sogno americano».