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Progettati come terzo pilastro - dopo i Canti e le Operette moral -, delle Opere, i Pensieri dovevano essere dedicati a ragionare sui «caratteri degli uomini» e a descrivere i loro comportamenti nella vita sociale. Dopo la morte di Leopardi furono pubblicati da Antonio Ranieri nel 1845, in una forma che prevede 111 incisivi frammenti, nei quali si dispiega una visione ramificata, compimento di quella riflessione morale che, sul modello di Pascal e Rousseau, attraversa l'intera parabola dell'autore. Presentati qui in un'edizione critica scrupolosamente commentata, che li colloca nel giusto contesto, i Pensieri leopardiani si rivelano un libretto prezioso, una sorta di bilancio autobiografico che, in serrato dialogo con il lettore, lo invita ad apprendere l'arte di saper vivere.