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Viziata, spiritosa, disillusa e annoiata, sexy, civettuola, infelice, generosa e sfortunata. Ma anche cinica, lunatica, eccentrica, alla moda. E ancora: «Venere tascabile», «Nano Reale», «cavallo perdente», «dama di pantomima», «Cenerentola al contrario»... Non appena sua altezza reale la principessa Margaret contessa di Snowdon abbandonava la scena, nei diari dei suoi amici - che fossero intellettuali squattrinati, sussiegosi aristocratici o sguaiati membri del jet set internazionale - fioccavano le battute salaci, i giudizi, le allusioni. Le sue opinioni maldestre e le sue frasi arroganti venivano puntualmente registrate, mentre la sua straordinaria capacità di dire sempre la cosa sbagliata, il desiderio di risultare sgradevole, il malcelato piacere di tormentare i confini del proprio rango diventavano immancabilmente materiale prezioso per un'aneddotica da affidare, se non proprio alla Storia, almeno a un libro. Ma chi era davvero la principessa Margaret? Ossessione erotica di artisti e scrittori, icona del glamour degli anni Sessanta, emblema della Swinging London, Margaret era, prima di tutto - o dovremmo dire: soltanto -, la «sorella minore» della regina Elisabetta II: non un semplice dato biografico, ma una condizione esistenziale, uno stato d'animo, uno specchio in cui cercare se stessi per tutta la vita. Una condanna. Agli incarichi ufficiali privi d'importanza, al talento misconosciuto, ai capricci dell'opinione pubblica, a un'identità definita sempre in negativo. Margaret era quello che Elisabetta non doveva o non poteva essere. Il contrario della perfezione, del grigiore e della monotonia. La sorella ribelle, indisciplinata, cattiva. La caricatura della regalità. Sempre fraintesa, spesso derisa. Ma in quale altro modo sarebbe potuta sopravvivere a una vita in caduta libera, ogni giorno più lontana dal trono e dal ruolo per i quali, in cuor suo, si sentiva tagliata? In questo racconto caleidoscopico, formato da «99 ritratti», 99 diverse angolazioni giustapposte come in un quadro cubista, lo scrittore e giornalista britannico Craig Brown ci restituisce forse l'immagine più vera e profonda della principessa Margaret. Dall'infanzia durante gli anni della guerra all'amore infelice per il colonnello Peter Townsend, dal matrimonio turbolento con il fotografo Tony Armstrong-Jones al mondo della Londra bohémien, dalle vacanze nell'isola selvaggia di Mustique, nei Caraibi, tra nuovi amori e tradimenti, agli ultimi giorni segnati dalla solitudine e dalla malattia. «99 ritratti» di una donna che alla vita non ha mai smesso di chiedere tutto quello che aveva da offrirle. Comprese le ferite.