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Squallido personaggio che vive di espedienti ai margini della Torino bene, Garrone fa parte di una sorta di "teatrino privato" nel quale Anna Carla Dosio, la moglie di un ricco industriale, e Massimo Campi, giovane omosessuale della buona borghesia, stigmatizzano vizi, affettazioni e cattivo gusto dei loro conoscenti. Il commissario Santamaria indaga tra l'ipocrisia, le comiche velleità e i chiacchiericci della borghesia piemontese. Sullo sfondo una città in apparenza ordinata e precisa fino alla noia, ma che nasconde un cuore folle e malefico. Un romanzo paradossale e raffinato, complesso ma leggero, di fulminante ironia.