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"Furor mathematicus" testimonia, fin dal titolo, una volontà di contaminazione, associando all'idea di ordine, purezza, razionalità, calma e regolarità, propria della matematica, l'entusiastica, irrazionale, disordinata impulsività caratteristica dell'atto creativo. I temi affrontati da Leonardo Sinisgalli spaziano infatti dalla matematica alla poesia, dalla pittura all'architettura, al design, alla fisica, fino alla filosofia, ma anche alla tecnologia, all'artigianato e oltre. C'è una storia degli automi, in queste pagine; dialoghi che ricordano Calvino e "Le città invisibili"; apologhi leopardiani e studi sulle correlazioni tra le leggi della fisica e le migrazioni dei popoli. Il confronto tra diversi saperi e linguaggi, che si fa sovrapposizione e compenetrazione, permette di ottenere sempre nuove idee e nuove suggestioni: un eclettismo che si ispira al concetto rinascimentale di "uomo universale" incarnato da Leonardo da Vinci. Ma il libro si pone anche come opera in grado di cogliere lo spirito della modernità e di offrire alla "civiltà delle macchine" nuovi canoni stilistici che, partendo dall'arte e dalla poesia, forniscano alla produzione industriale un'anima, un'etica e un'estetica. Un percorso sotto il duplice segno della conoscenza e dell'utopia, che ancora oggi apre verso nuove visioni del futuro.