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Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Pasquale Cuntrera: nomi famosi, nomi infami, che rimangono scolpiti nella memoria di tutti perché rappresentano la mafia delle stragi dell'estate del 1993, dell'uccisione di Giovanni Falcone e Pietro Borsellino, del potere di Toto Riina e Bernardo Provenzano. Catturare questi uomini, spesso latitanti per anni, nascosti tra le pieghe di una Sicilia e di una Palermo in cui il territorio spesso sfugge al controllo dello stato, è un'impresa investigativa di grande difficoltà: si tratta di saper parlare con i pentiti, conoscere il modo di ragionare dei mafiosi, muoversi tra la criminalità comune, le donne dei capimafia e alcuni spietati assassini. Alfonso Sabella è stato per anni magistrato inquirente a Palermo, al tempo del pool antimafia guidato da Giancarlo Caselli. Ha catturato Bagarella e Brusca, ha visitato le camere della morte dove avvenivano le torture e le uccisioni più cruente, ha raccolto i racconti di pentiti maggiori e minori e soprattutto ha accumulato una enorme riserva di storie. Storie con tutta la violenza delle guerre di mafia di cui fanno le spese anche gli innocenti, storie di intercettazioni telefoniche e imboscate per strada, storie in cui le gesta dei mafiosi si modellano sui film e la televisione. Soprattutto storie vere, che ci fanno vivere in prima persona le emozioni, i drammi, le delusioni e i trionfi di un magistrato che per anni è stato un cacciatore di mafiosi di professione.