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Nel 1522, in una Roma corrotta, squassata dalle sommosse e falciata dalla peste, il Cardinale Cosimo Rolando della Torre e il Cardinale Valerio Ottoboni combattono una feroce battaglia per la carica di Abbreviatore e la poltrona di Camerlengo, una lotta in cui le armi vanno dal fioretto della maldicenza e del contraddittorio all'accetta dell'assassinio. Malerba si immerge in questa suburra di sicari, preti, prostitute, esorcisti, poetastri, teologi e aguzzini con l'ironia che da sempre contraddistingue la sua narrativa, ricavandone un romanzo storico di grande e inquietante nitidezza, che spazia dal fasto più spudorato al formicolare delle infezioni e dei topi che corrodono con pari voracità corpi e antiche pergamene. Ma pur da tanto marciume nascerà una patetica, struggente storia d'amore.