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Perenne attualità dei contenuti e immediatezza della forma espressiva hanno garantito nei secoli fama costante ai "Pensieri" di Marco Aurelio. Si tratta di momenti di riflessione e di introspezione, ora profondi ora comuni e quotidiani, in cui l'imperatore esamina - in un quadro di riferimento etico e filosofico di impostazione stoico-cinica - il passato, la propria condotta, la corrispondenza delle azioni da lui compiute con i princìpi che le ispiravano. Gli slanci verso l'infinito, le angosce esistenziali, i bisogni metafisici alimentati o incrinati dalle consapevolezze terrene, l'ansia di liberazione spirituale, il desiderio di interiorità come "rifugio" nella temperie della vita sono segni eloquenti di un intimo colloquio dell'anima con se stessa.