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Un professore di lettere che legge e rilegge i classici ai suoi studenti, fino a che un giorno gli appare lampante che uno di quei testi rivela in filigrana una storia più attuale che mai... Così Villalta accetta la sfida, e si immerge in una riscrittura di Petronio nella quale protagonisti sono dei giovani ricercatori universitari, che dopo dottorati, master eccetera, e passati i trent'anni, ancora stentano a rimediare la cena. Partendo da un nordest ricco ma appiattito su un deprimente orizzonte materialista e non immune alle infiltrazioni della malavita cinese, percorrendo l'Italia fino a una Roma splendida e decadente, il testo antico dispiega una serie incalzante di possibilità narrative, libere da ogni tabù, dove sesso, amore, amicizia, ambizione e rabbia si mescolano in sorprendenti vicende di ordinaria vita da nerd postadolescenti, belli e arroganti, scazzati e presuntuosi, pronti a scegliere l'avventura in cambio del niente che gli viene offerto dalla vita. Una corrosiva energia critica percorre tutto il racconto, insieme alla "favola" antica dell'impotenza, che è l'impossibilità di incidere sugli eventi pur leggendoli con infallibile lucidità.