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Non si diventa il Califfo per caso. E neanche per un'astuta operazione di marketing. Tra Franco Califano e tanti sedicenti maledetti c'è una vita di mezzo. Una vita a scappare dai collegi, e poi tra risse, bische e avventurieri, a battere le terrazze delle case popolari per racimolare un po' di sesso. Per diventare il Califfo bisogna muovere i primi passi dormendo nella macchina di un amico, passare mesi in ospedale a guardare la morte negli occhi e poi riderle in faccia. Bisogna finire in galera senza capire bene il perché e combattere per non impazzire. Bisogna avere la forza di riemergere dopo le accuse infamanti, l'ostracismo generalizzato, certi amici che fanno finta di non conoscerti. Bisogna scrivere capolavori come Tutto il resto è noia, E la chiamano estate, Un amore così grande, La musica è finita, Una ragione di più. Senza manette: l'esistenza maledetta e straordinaria del "Maestro" raccontata da lui stesso senza filtri: un libro da cui emerge quella voce lirica e ruvida che l'ha reso indimenticabile, una voce che raschia la vita e ce la consegna intatta.