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Il lungo pontificato di Giovanni Paolo II è spesso considerato come un susseguirsi di record: dai continui viaggi in ogni parte del globo agli innumerevoli documenti scritti, alle infinite immagini televisive. Nell'anno della beatificazione di Wojtyla, decretata al termine di un processo che ha bruciato tutte le tappe, lo storico Alberto Melloni propone una chiave di lettura diversa del suo papato, preferendo a una sintesi di ampio respiro l'approfondimento di alcuni eventi che hanno lasciato il segno e "hanno bisogno di essere compresi in una prospettiva autonoma". Melloni sceglie cinque di questi gesti fondamentali. L'assise straordinaria dei vescovi del 1985, a venti anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II. L'incontro con il rabbino Toaff e la comunità ebraica nel Tempio Maggiore di Roma, nel 1986. Nell'ottobre dello stesso anno, ad Assisi, il papa allarga questa volontà di dialogo a tutte le religioni, promuovendo un incontro di preghiera senza precedenti, che è espressione del suo grande impegno per la pace. Un impegno che molti anni dopo, nel 2003, prenderà corpo nell'appassionato appello di un pontefice ormai anziano e malato, ma indomito, contro la guerra in Iraq. Non meno incisiva e dirompente era stata nel 2000, in occasione del Giubileo, la solenne richiesta di perdono per le violenze e le ingiustizie commesse nel corso dei secoli in nome della fede.