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Il tepore di un vagone semivuoto in una limpida giornata d'inverno, il conforto di una gita domenicale nei luoghi dell'infanzia e poi un incontro inatteso, un tuffo al cuore... può capitare così, in una giornata qualsiasi, quando "si è ormai cresciuti e non si ha più paura del mondo", di scoprire che l'immagine che abbiamo di noi stessi, messa insieme negli anni tassello dopo tassello, si basa su un errore. Il protagonista di questo nuovo romanzo di Maurizio Cucchi si trova d'improvviso a dover fare (o rifare) i conti con due figure fondamentali, il padre e il nonno, entrambi prematuramente scomparsi in circostanze misteriose. Un pellegrinaggio che da una Milano affogata nella nebbia lo porta prima al confine con la Svizzera, nella località dove il padre ha trascorso le sue ultime ore, e poi in Sicilia, a Catania, città d'origine del nonno. Un pellegrinaggio che gravita intorno al personaggio di Tina, una donna meravigliosa e piena di forza, di allegria, di mistero, al tempo stesso musa e guida nella ricerca che a sua volta la impegna del marito e del padre, svaniti lasciandosi dietro ferite di ambiguità e assenza. Percorsi convergenti e osmotici che accomunano il protagonista e Tina nel periglioso attraversamento di una mitologia personale e familiare, portandoli a una progressiva, sofferta, nuova concezione di sé.