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Dopo l'exploit di "Cefalonia", poema che traeva spunto da un notissimo, tragico evento storico, Luigi Ballerini allestisce ora un vivace e quanto mai mobile e conturbante teatro del pensiero, nel quale trovano spazio intuizioni e osservazioni innumerevoli su elementi della realtà presente e remota. Quella di Ballerini è una poesia di acutezza riflessiva che si materializza in un incalzante succedersi di immagini concrete, di figure e paradossi che si intrecciano e si incrociano o si sovrappongono in labirinti capaci di realizzare una sorta di rovescio - attraente e sinistro al tempo stesso della tessitura ordinaria delle cose. Oscillando tra il desiderio di dare un quadro aperto ma plausibile della realtà d'oggi e il muoversi dentro "una memoria della storia e delle sue materiali eresie", il poeta frequenta con agilità e disinvoltura temi e situazioni disparate: residui mnestici del fascismo o tracce delle avanguardie storiche. Ma anche icone hollywoodiane come Glenn Close e Marilyn Monroe, protagonisti della commedia all'italiana come Walter Chiari e Alberto Sordi, accanto a poeti e scrittori come Montale e Delfini. E riflette, nel contempo, sul "lugubre erotismo che ci sovrasta" senza trascurare, beninteso, l'immenso cumulo di "rifiuti umani e animali" dai quali rischiamo di essere sommersi nel nostro tempo matto.