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A ottantasette anni Dino Risi si è seduto davanti alla sua vecchia Lettera 32 per ripercorrere avanti e indietro, intrecciandone i mille fili, la sua vita allegramente dissipata e profondamente scorretta. Una vita che io ha condotto a trasformare in "mostri" e in "sorpassi" cinematografici le idee rastrellate in giovinezza, quando faceva lo psichiatra al manicomio di Vigevano. Ne "I miei mostri" Risi ha montato le scene della sua esistenza nella più divertente commedia all'italiana che sia stata raccontata da molto tempo. Una commedia che spazia dalla Milano in guerra alla Roma degli anni Cinquanta e Sessanta, al mondo intero, e i cui protagonisti si chiamano Strehler, Fellini, Gassman, Sordi, Tognazzi, Ava Gardner, Alida Valli o Anita Ekberg. Un libro divertente e commovente in cui convivono la guerra e la follia, Mussolini e le case chiuse, le donne e gli amori, gli amici e la morte, le idiosincrasie e, di striscio, pure il cinema.