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Avvertendo il presentimento della sua tragica fine (sarà internato nei gulag dell'estremo nord, e dopo qualche anno fucilato dalla dittatura staliniana), Florenskij racconta ai figli la sua vita, soprattutto l'infanzia e la giovinezza passate tra il Caucaso e il Mar Nero, dove si fece largo la sua inquieta e mirabolante ricerca sul senso della vita. Offerta per la prima volta ai lettori italiani, l'opera può essere letta come una versione contemporanea delle "Confessioni" di sant'Agostino.