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Perseguitato dalla polizia della Cecoslovacchia comunista, il sacerdote salesiano Titus Zeman fu catturato nell'aprile 1951 con altri sacerdoti perseguitati dal regime e chierici che egli accompagnava a Torino. Titus si sarebbe poi spento dopo 18 anni di torture e vessazioni fisiche, psichiche e morali. La sua vicenda - che si intreccia con quella di molti altri testimoni sofferenti della fede nel secolo dei totalitarismi - si configura come un vero e proprio martirio per il sacerdozio e la salvezza delle vocazioni.