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Le prime elezioni a suffragio universale maschile e con legge proporzionale in Italia, tenutesi il 16 novembre 1919, segnarono il trionfo del partito socialista e del partito popolare e la fine di una autonoma maggioranza liberale alla Camera. All'atto di nascita di un sistema centrato sui partiti di massa non seguì tuttavia la democratizzazione del sistema parlamentare. Gli autori del volume rileggono questo nodo cruciale, incrociando quali fili conduttori il contesto internazionale, la campagna elettorale, il grado di continuità e discontinuità del voto rispetto al passato, le ipoteche sul futuro. L'evoluzione delle culture politiche territoriali, le ambiguità della riforma elettorale e dei partiti di massa, la persistenza della frattura tra neutralismo e interventismo, la forza della retorica e del mito sono tra quei fattori che rendono il 1919 un anno spartiacque e, per molti aspetti, fondante del sistema politico dell'Italia contemporanea.