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Eridu è ancor oggi, dopo le poche e intense campagne di scavo archeologico che ne rivelarono, già alla metà del secolo scorso, oltre settemila anni di vita, unanimemente riconosciuta come una delle più importanti capitali sante della Mesopotamia antica, come il luogo abitato dal dio della creazione Enki e come la sede, prediletta dagli dei, su cui, secondo il testo cardine della più arcaica storiografia vicino-orientale, la Lista Reale Sumerica, sarebbe discesa, prima del Diluvio, la regalità in terra. Il saggio, di taglio archeologico e storico, ricostruisce questa dimensione, senza dimenticare che proprio Eridu, nell'estremo sud della Babilonia, emersa sulla più vasta laguna antistante il Golfo Persico, fu al centro di un lungo dibattito animato dai pionieri dell'archeologia biblica, dai fondatori dell'archeologia orientale e dai più influenti storici e filologi dell'Oriente preclassico che lo cercarono, lo intesero e poi lo negarono come l'Eden della creazione, il luogo segreto della vita eterna, sorgente originaria della saggezza.