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Ungaretti, negli ultimi anni della sua vita, s'era impegnato a fondo per lasciarci una sua autobiografia ampiamente addomesticata. Lo aveva fatto mediante scritti, interviste, apparizioni televisive, e soprattutto grazie alle lunghe chiacchierate con Leone Piccioni, da cui - nel 1970 - era nata la biografia che ha rappresentato l'indiscusso punto di riferimento per un cinquantennio. Questa nuova biografia ribalta fatti che si credevano accertati e presenta molti episodi finora sconosciuti, consegnandoci per la prima volta un profilo 'integrale' di Ungaretti. Emerge, a fianco allo straordinario poeta, un uomo con grandi virtù, ma anche con tante fragilità, compresa l'ossessione di cancellare una parte del proprio passato. Un uomo in cui convivevano lampi di genio con debolezze umane; un artista che non si è scandalizzato di fronte alla propria miseria, traendo alimento dalla sua complessa personalità anche per creare poesia.