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Nella fase di transizione tra la guerra e la pace, e negli anni della costituzione e del consolidamento delle istituzioni repubblicano-democratiche, la questione dei reduci rivestì un peso niente affatto trascurabile. Oltre 4,5 milioni di mobilitati, con circa 1,2 milioni di prigionieri: queste le cifre con le quali si dovettero confrontare le istituzioni. Come fu dunque affrontata questa sfida? Come lo Stato perseguì l'inderogabile obiettivo di reinserire nel tessuto economico, lavorativo e sociale, in un rinnovato contesto politico e di cittadinanza, questa massa enorme perlopiù composta di giovani uomini? Quali strumenti legislativi vennero predisposti? Quale fu il ruolo delle associazioni combattentistiche, e dei principali partiti? A questi e ad altri interrogativi si propone di rispondere questo volume, che intende far luce su una delle grandi questioni del dopoguerra italiano, rimasta sinora spesso trascurata dalla storiografia.