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"Ero reduce dall'Italia e avevo alle spalle una miriade di incontri, innumerevoli e indicibili sforzi andati a vuoto, mucchi di fatiche disonorate e di speranze tradite, ingegnosi piani buttati serenamente a gambe all'aria da inaffidabili contraenti, ed ero esausta, insofferente d'ogni minima opposizione, d'ogni ostacolo e disagio, di tutte le delusioni che le cose o le persone inevitabilmente mi avrebbero ancora riservato. Ogni inezia mi appariva come una montagna insormontabile. Avevo semplicemente il midollo prosciugato per il troppo sperare e disperare, per il troppo dare e nulla, in cambio, ricevere. La maledizione mi perseguitava fin nei sogni, tormentosi e inestricabili, nei quali cercavo continuamente qualcosa che avevo smarrito. Meno male che c'è un diario a documentare tutto questo, punto per punto, sennò oggi non saprei cos'ho fatto veramente in quel lontano anno della mia vita e penserei magari di averlo trascorso ad accarezzarmi il ventre sotto le palme di una spiaggia esotica."