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La "possessione diabolica" rappresenta, nell'immaginario collettivo, la condizione psicofisica in cui una persona diviene vittima di un essere soprannaturale, sia esso uno spirito, un demone, un angelo, una creatura divino o un antenato familiare. Analizzando i profili teorici e pratici della manifestazione, il presente lavoro pone l'accento in particolar modo sugli approcci che tendono a spiegarlo, secondo gli orientamenti più significativi, seguendo una logica antologica: l'etno-psichiatrico, il socio-antropologico, il culturale, il religioso, l'esoterico, l'ufologico, lo psicanalitico e il clinico, per poi rielaborare il tutto in chiave integrata, secondo il modello neurobiologico, anche con l'ausilio delle sofisticate tecniche d'indagine utilizzate in criminalistica. Per avvalorare l'ipotesi esplicata, il testo tratta l'analisi di 5 casi: Anneliese Michel, Amityville, David Berkowitz, Gary ed Enfield, non sono altro che espressioni tipiche spiegabili con il modello integrato. Il presente lavoro richiama anche le ricerche effettuate dall'autore in tema di Antico e Nuovo Testamento, pubblicate in "Exorcizamus te. Il vero volto di Dio" e "Amen. Il lato oscuro del cristianesimo", dimostrando l'inconsistenza della realtà diabolica.