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Al termine di un'estate 2011 in cui qualcuno ha ignobilmente tentato di sporcarne l'universalmente riconosciuta immagine limpida ed onesta, pareva quasi doveroso tornare a spiegare alla gente chi fosse Giacinto Facchetti. E necessariamente allo stesso modo lo è adesso, nei giorni in cui viene pubblicata questa edizione aggiornata per celebrarne gli ottanta anni dalla nascita. Un uomo perbene che ha fatto dell'animo elegante il principale segno distintivo. Un talentuoso calciatore tutto classe e correttezza - sbocciato campione anche grazie alla consueta umiltà unita ad un'irreprensibile abnegazione - ancora oggi ricordato come il capostipite di quella particolare razza chiamata difensori-goleador. Un autorevole dirigente stimato in ogni sede, capace con merito di giungere sino alla poltrona di presidente della squadra, Nazionale esclusa, alla quale ha regalato l'intera vita sportiva: l'Internazionale di Milano, gloriosa società che, oltre ad avere avuto in Giacinto il suo biglietto da visita più confacente e luminoso, ha indissolubilmente intrecciato gran parte della propria storia con quella di Facchetti.