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Nell'opera omnia che porta il titolo Quinta dimensione, il grande poeta calabrese ha inserito le poesie più emblematiche e significative delle sue preziose sillogi frutto di oltre sessant'anni di ricerca. La chiave per comprendere il nucleo fondamentale della complessa poetica di Corrado Calabrò consiste in questi versi apparentemente semplici ma di un'immensa profondità: Sotto stupite stelle / si smarrisce per noi la distinzione / tra provenienza e destinazione. Noi poveri mortali non riusciamo a raccapezzarci, non riusciamo a venire a capo dell'eterno mistero che ci avvolge: da dove veniamo? e dove andremo a finire? Ovvero: qual è la nostra provenienza? e qual è la nostra definitiva destinazione? Le poesie di Calabrò non vogliono, però, essere soltanto la voce dolente e stupita di un'anima ma la parola di un Io collettivo, di un Io-Noi che vuole farsi portavoce dell'intera umanità, un'umanità alla ricerca di se stessa, curiosa del mistero che la circonda e che, nello sforzo di voler scrutare, scoprire e rivelare, non può che calarsi in quella che l'autore chiama quinta dimensione. Nella visione poetica di Calabrò, oltre alla filosofia esistenzialista, l'Astrofisica gioca un ruolo importante in quanto la vicenda terrena sembra non essere disgiunta da quella degli altri astri che si trovano nell'universo, anzi ci dev'essere certamente un nesso, qualcosa per cui tutto si tiene e che fa continuare (non si sa ancora per quanto) questa nostra avventura sulla Terra. In Calabrò è forte la ricerca continua, la tensione verticale verso l'infinito o meglio l'infinito dell'infinito o l'ultra-infinito e, a fare da bussola e da faro nel grande mistero dell'infinito universo, del quale non conosciamo che una minima parte, non può che essere la Poesia, una Poesia che collabora con la Scienza. Quello di Calabrò appare come il viaggio, la navigazione di un moderno Ulisse, sempre alla ricerca del senso della vita e del suo più profondo significato; una ricerca svolta anche attraverso la dimensione inconscia, onirica, sonnambulesca, visionaria. Ed è viaggio quasi proustiano alla ricerca del tempo perduto, di noi stessi e dell'infinito universo, viaggio che non finisce mai e che solo la Poesia riesce a consentire.