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Il vino, la donna, le bevande alcoliche, originariamente collegate, secolo dopo secolo, a causa di una visione discriminatoria e maschilista, entrano in contrasto. Per lungo tempo le donne sono state escluse proprio dal consumo della bevanda inebriante, il nettare degli dei, sacra al punto da essere tesaurizzata come merce preziosa. La narrazione del rapporto donna-vino è quindi la narrazione in primo luogo di una negazione, di un non rapporto, del costante compromesso tra "Essere" donna, con desideri, fragilità e potenzialità e "apparire", farlo come le società storiche, spesso descritte dagli Uomini, hanno voluto che fosse la Donna. E in questo percorso in prospettiva storica, confortato dall'uso delle fonti scritte, letterarie ed epigrafiche e fonti iconiche, che si ritrovano gli eco di un'immagine femminile legata alle "donne che sono passate nella storia senza entrarvi", di una visione della condizione femminile tratteggiata nel suo rapporto con il vino che cambia nei secoli e nelle civiltà, ora acquistando ora perdendo terreno sulla propria dimensione umana, secondo una prospettiva più sincronica che diacronica. In questo senso la storia del rapporto donna-vino è anche la storia del processo evolutivo della società umana che riconosce nella Donna nuove attitudini lavorative e capacità organizzative, un processo fatto spesso di battaglie vinte e perse dove, comunque, ancora lontano appare, oggi nel XXI secolo, l'accordo di pace finale in questa surreale guerra tra sessi.