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Sono 75 ballate poetico/teatrali e un prologo, per disegnare un mondo alla fine del mondo, il nostro... Sono state concepite e scritte buona parte nel secondo lockdown. È un affresco grottesco e feroce del genere umano in tutto il suo decadimento e imbarbarimento. Ogni partenza diventa una falsa partenza, un aspettare che qualcosa possa cambiare anche senza prendere posizioni, senza esporsi e quindi senza rischiare. La spietatezza, l'immoralità del potere, l'arroganza, la meschinità, ma anche l'impotenza di chi soggiace, ne viene fuori, con qualche guizzo qui e là di voglia di cambiamento, rivolta, rivoluzione con volteggi acrobatici e doppi salti mortali, per poi ricadere nella polvere. Nell'ultima ballata c'è una speranza, o forse desiderio sogno, di ritrovare un nuovo inizio.