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Calabrese di Palmi, fante della Divisione Acqui, Domenico Fiorino (1920-2020) è stato uno dei pochi italiani scampati al massacro di Cefalonia, compiuto dai nazisti nel settembre del 1943. La sua odissea continuò fino all'estate del 1945, quando, dopo avere combattuto ed essere stato prigioniero dei tedeschi e poi in un lager dei partigiani jugoslavi, poté finalmente ritornare a casa. Al nipote Mimmo Fiorino, molti anni dopo, ha raccontato quella parte della sua vita senza retorica e con onestà: la guerra vista da un ragazzo poco più che ventenne. Cefalonia e l'eroismo dei nostri soldati, il maresciallo Tito e il lager di Borovnica, la malaria e la fame, la morte e la speranza. Ma anche e soprattutto la lotta quotidiana per sopravvivere, quella che mette a nudo la fragilità umana e l'assurdità di tutte le guerre.