Tab Article
Ciò che il lettore non stenterà a riconoscere in questo libro di Matteo Skroce è, quale elemento comune ai "contenuti" che ne arroventano le pagine, una ostinata volontà di pensiero. Come ogni buon aforista, infatti, Skroce non lascia scampo. Al fuoco vivo della (sua) scrittura avvampano e si consumano le nozioni approvate dal (nostro) comune buon senso: lasciando brillare sulle loro ceneri, per un attimo, immagini di un lógos che - come in Eraclito e in Nietzsche e ancor piú nell'amato Michelstaedter - dice cose "non convenienti". E come potrebbe il pensiero - il lógos che si fa scrittura - sottrarsi all'esercizio di questa ostinata, sconveniente volizione? Essa è tanto ostinata e sconveniente da rivolgersi per?no contro se stessa, poiché « scrivere significa prestare il ?anco » ed è « ossessiva ricerca di una forma [...] che manca in primo luogo a colui che scrive ». In Strangolamento di Matteo Skroce si direbbe che il pensiero giochi a scacchi con se stesso.