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I versi di Maria Laura Piccinini, dicono, parlano soprattutto, della "difficoltà di realizzare la vita". E non è un caso che le sue pagine si accompagnino a frammenti di scrittura musicale di Beethoven, Brahms, Liszt o Puccini, perché, da sempre, è l'intuizione che lega le arti: in questo caso esplicitata analogicamente fra spartito e pagina poetica. Nella confusa complessità del nostro tempo e quasi nell'assenza di valori positivi, restano il silenzio e l'introspezione: spazi residui per ritrovare se stessi. Un'isola da preservare con attenzione e trepidazione. Quella trepidazione che l'Autrice consegna ai suoi versi, costruendo uno spazio confinato fra realtà e metafora. Una poesia intimistica che tuttavia sa ancora guardare - forse per un'ultima volta - alla realtà che ancora ama, ma che sente progressivamente più lontana.