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«Le poesie che il lettore troverà in questa raccolta - che la bontà e la relativa dissennatezza dell'editore hanno voluto pubblicare - almeno a detta di alcuni amici e amiche, poeti e non, richiedono alcune avvertenze. Superato forse il lieve disagio - per alcuni - provocato dal titolo, ci si renderà conto che, in effetti, si tratta proprio di un tentativo di articolare tutte le possibilità di portare all'estremo una delle funzioni - o se preferite degli usi - della poesia, vale a dire permettersi di smarginare gli atti comunicativi, farli slittare più o meno violentemente dalla loro destinazione d'uso consueta, fargli oltrepassare i confini della troppo decantata relazionalità per puntare proprio alla "quiddità" delle cose, delle persone, dei luoghi, delle situazioni.» (dalla prefazione)