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Prosegue l'indagine letteraria di Manola Frediani. Sullo sfondo Livorno. Lo scorrere del tempo. La bellezza. Le tragedie della vita. Un amore assoluto e passionale per l'esistente. Un'assenza di significato accettata con rigore. In questo libro lo stile dell'autrice si fa asciutto, il periodare più conciso. Spesso racconti brevi. Storie ed immagini specchio di un'urgenza intimista. A tratti un minimalismo che sembra voler indagare il senso delle cose, del dolore, ma che si ferma davanti alla contemplazione di cieli vuoti. Un'anima leopardiana pare muoversi attraverso il libro con le sue passioni, la sua voglia di vivere e di ribellarsi nello spazio circondato dal freddo abbraccio di una natura meravigliosa e assente. Ma c'è una luce che pure attraversa tutto il libro: l'incontro fra gli umani, il possibile riscaldarsi al fuoco dell'allegria scanzonata di chi ride dei propri mali, l'affratellarsi amorevole sotto il cielo lunare in un canto riparato dal vento freddo della paura e della solitudine.