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La Valle Taleggio subito dopo l'8 settembre 1943 vide la presenza delle prime formazioni che diedero un contributo importante alla lotta di liberazione. Le fasi della Resistenza in questa zona sono ripercorse e analizzate da Cesare Quarenghi, che si basa sulla cospicua saggistica, anche recente, prodotta sull'argomento, oltre che sulla memorialistica e su varie testimonianze che ha avuto modo di raccogliere. Vengono così puntualizzati alcuni episodi, chiarite vicende non del tutto lineari e delineate figure dei principali personaggi. Su tutti si staglia quella di Gastone Nulli, per alcuni mesi comandante dell'86ª brigata Garibaldi operante in Valle. Questa figura controversa (che nell'autunno del 1944 scese a patti con i nazifascisti e abbandonò la Valle, sciogliendo la sua formazione, alla fine della guerra fu oggetto di un'inchiesta che lo ritenne colpevole di tradimento e collusione col nemico) viene qui analizzata sotto un'ottica diversa, che ne evidenzia anche l'autonomia di giudizio e le doti di leader quasi carismatico. L'obiettivo dichiarato dell'autore è quindi di appurare chi fosse realmente Gastone e se l'accusa di tradimento è provata o no, ponendosi in alternativa con quanto è stato scritto su di lui in tre quarti di secolo. Si approfondiscono quindi le vicende dell'86? brigata Garibaldi, che operava in quella parte occidentale della Val Brembana con il rilievo del Resegone che divide ed unisce alla Valsassina e al Lecchese. Il suo comandante, Gastone Nulli, già ufficiale del genio e del SIM (Servizio Informazioni Militari), dopo l'8 settembre 1943 e dopo aver preso parte alla prima banda partigiana distrutta in un rastrellamento sul Cancervo il 4 dicembre 1943, passa inverno e primavera a Milano, collegandosi ad un mondo antagonista di ispirazione comunista, stabilendo, lui anticomunista, rapporti di reciproca simpatia. Di forte personalità, punto di riferimento per giovani disposti a darsi alla macchia, Gastone è socievole, convincente, ama i piaceri della vita. La sua autonomia di giudizio lo porta a decisioni che hanno la loro logica e i loro vantaggi, ma sono talora pericolose o addirittura provocatorie per le forze in campo. Così, quando è costretto, per assicurare maggiori risorse alla sua formazione, ad entrare nella 2? Divisione Garibaldina, non saranno pochi i problemi, le frizioni e infine lo scontro che lo porterà a lasciare la brigata a fine novembre 1944 e ad andarsene con il bollo infamante di voltagabbana e di traditore passato ai tedeschi. La vulgata dei racconti resistenziali che riguardano Gastone e la Val Taleggio parte da questo giudizio come da un punto inconfutabile, che, però, a parere dell'autore, è stato assunto in modo piuttosto acritico. L'autore, già preside di un Liceo cittadino, revoca in dubbio questo assioma e crede di poter concludere in modo opposto. Con tutto ciò l'intento non è quello di santificare Gastone del quale, dopo aver riconosciuto le virtù, ci si guarda bene dal voler minimizzare i difetti. Ci si limita a registrare l'improbabilità che Gastone abbia tradito. In questa indagine emergono molte cose: la vita di quel tempo in Val Taleggio, l'atteggiamento di persone che in quella storia hanno avuto ruoli talora di un certo rilievo, le luci e le ombre del comandante Gastone e, inoltre, la filigrana della catena di comando garibaldina, sino all'eccidio con cinque morti compiuto dai garibaldini a Vedeseta il 24 novembre 1944 che è stato per lo più narrato come un fatto fra il fisiologico e il consequenziale... come a dire che Gastone (che pure scampa alla strage) in fondo se l'è andata a cercare! La Resistenza è una parte non secondaria della nostra storia recente; parlarne è certamente importante, fondandosi anche su nuove ricerche, sempre con lo sforzo di meglio capire ciò che è veramente successo, per onorare la Resistenza e restituire la sua verità effettuale a noi oggi e a quelli che verranno.