La zucca Violina. Storie oltre il cancello di Simoncelli Nazareth - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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La zucca Violina. Storie oltre il cancello

  • Autore: Simoncelli Nazareth
  • Editore: Corponove
  • Isbn: 9791280344151
  • Categoria: Letteratura italiana: testi
  • Numero pagine: 80
  • Data di Uscita: 24/09/2021
13,00 €
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"Se un piccolo seme ha più forza di un destino avverso, un semplice sorriso moltiplicherà il cielo in universo?". Non era un seme perfetto, per questo prediletto. Così comincia la storia della Zucca Violina. Barbabianca era un contadino stagionato, di quella stagionatura genuina di chi conosce il passo delle cose e la misura del tempo che scorre. Barba riccia, naso storto, sorriso a tagliare in due il suo viso e l'abitudine di mettere la esse davanti alle parole. L'inverno volgeva al termine. Aggiustato un ciocco di legno sul fuoco, Barbabianca pensò di scendere in cantina a prendere i suoi semi. Ogni anno conservava, il meglio per la nuova semina. Ma, aspetta oggi aspetta domani, si ritrovò il più grande disastro per un contadino d'esperienza come lui. Tutti i semi di zucca smangiucchiati. "Cosa mi son dimenticato?", "Non ho più smemoria". "Ho slavorato come pochi... e guarda che disastro!" Un inverno senza zucca, una mezza sciagura. Ma fu proprio la "tragedia" a dar inizio a una bellissima storia. Fra le sue mani "Sparlanti di fatica e sudore", in un arpeggio di rughe, si ritrovò un semino, salvatosi per caso. Un due terzi di seme. Se lo rigirava fra le dita per capire se avrebbe dato frutto. Ormai spensierava. Alla tranquillità della casa si contrapponeva l'oltre il cancello, un mondo... sottosopra di padroni d'ogni mestiere, professione e azione, compreso il vivere a danno di altri. Oltre il cancello, un orto ricco con qualche tranello. Il pensiero di Barbabianca era tutto per quel seme ammaccato, sarebbe riuscito ad affrontare le avversità del sopra, del fuori? Lo custodiva e gli parlava. "Il seme è la vita oltre la morte". Prese quel seme rosicchiato, lo mise in terra nel punto più soleggiato dell'orto, lo delimitò a dovere ("Stavolta non voglio sconfondermi") lo innaffiò e incominciò sperare in quel seme sciancrato, la esse qui ci vuole. Gli avrebbe fatto un dono, anzi tre. Glieli avrebbe messi in uno zainetto, per quanto piccolo, ne conteneva d'affetto... Nello zainetto aveva messo... Calma, calma, quanta frenesia per un poco di poesia.

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