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Qual è il senso di questa raccolta? Come dice il titolo, proprio quello di raccontare cosa sono stati la pandemia e i due mesi di chiusura a Genova. Attraverso dodici storie, incontrate dall'autrice grazie al suo lavoro come cronista per il quotidiano «la Repubblica». Storie di persone comuni: eppure ognuna di loro contiene qualcosa di straordinario. In senso letterale: al di fuori dell'ordinarietà in un periodo già di per sé così eccezionale. Genova è un luogo inconsueto. Più volte colpita, negli ultimi anni: dalle tante alluvioni, dal crollo della Torre piloti, dalla caduta del ponte Morandi, una ferita ancora fresca che continua a bruciare. Eppure Genova è una città resiliente: capace di resistere senza spezzarsi. Di rinascere. Una città che forse, proprio per questo, ha imparato a sviluppare i suoi anticorpi: una forte tenacia, una capacità inventiva, una solidarietà caparbia e discreta. È di questi anticorpi che sono fatte le storie di questo libro.