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Mentre il Secolo dei Lumi volge al termine e l'Europa cerca faticosamente un nuovo assetto dopo il turbine rivoluzionario, un abate siciliano, spregiudicato e brillante, salpa alla volta della Grecia, ansioso di lasciarsi alle spalle un passato folto di ambigui misteri e di controversa fama. Saverio Scrofani nondimeno porta con sé un bagaglio ricco ed ingombrante, ancorché impalpabile, costituito da tutto ciò che la Grecia continua a rappresentare nella cultura europea. L'ininterrotta tradizione umanistica, la ricerca antiquaria, le arti figurative, le belle lettere, le correnti illuministiche, l'Arcadia, i neoclassici, i patrioti a favore della liberazione nazionale dei Greci dal giogo turco: tutto questo variegato mondo guarda alla Grecia con una sua particolare visione. Con sorprendente eclettismo Scrofani se ne fa carico e lo riflette puntualmente nella sua interessante opera diaristica (il Viaggio in Grecia, appunto), ma non fa questo soltanto: la personale attitudine letteraria di Scrofani, la sua curiosità aperta ed intelligente, il suo temperamento passionale e insieme la sua abitudine alla logica ed al ragionamento, la sua capacità di incantarsi e il suo amaro disincanto.