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Il "caso Gesù" continua ad essere una delle vicende processuali più oscure mai conosciute, ammesso che si possa davvero discorrere di processo. L'esperienza del Golgota infiamma l'interesse mai sopito di chi è ancora alla ricerca del filo di Arianna per uscire da un labirintico dramma che può definirsi veramente umano, nonostante l'aurea divina del suo protagonista; l'umano e il divino creano infatti un inscindibile unicum, che è musica soave, inebriante come il canto delle sirene. L'alone enigmatico che avvolge l'imputato ha generato un caleidoscopio di questioni giuridiche, politiche e religiose che ruotano intorno ad un'unica domanda: Quid est veritas? La ricerca della verità prende le mosse dall'agire di Gesù, forse paragonabile a quello dell'Antigone sofoclea, lasciando spazio alla trasposizione sul piano giuridico di questo colorato groviglio di questioni irrisolte. La coltre divina che quasi nasconde i tratti umani di un dio, rende impossibile disseppellirne la storia, ma i frammenti raccolti consentono di guardare al processo a Gesù con occhi di colore diverso e nuovo, insieme giuridici, politici e religiosi.