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La forma grafica di una lingua - italiano compreso - non è immutabile, ma è soggetta a variazioni nel corso dei secoli. In alcune lingue si sviluppa in modo anarchico e caotico, in altre secondo criteri precisi, insiti nella struttura stessa della lingua o coordinati dall'alto tramite processi di razionalizzazione e uniformazione. In queste pagine si discute e propone una riforma grafica dell'italiano, volta a dare una rappresentazione più esatta e completa dei suoi suoni. In particolare, si vuole che dalla scrittura di una parola sia sempre desumibile la sua pronuncia senza ambiguità, come succede (per esempio) in spagnolo, mentre da noi oggi solo in pochi casi. Lungo la nostra storia, letterati e linguisti famosi ne hanno ragionato a più riprese; ma oggi la questione ha in sé importanti elementi di originalità rispetto al passato, derivanti dalla diffusione delle tecnologie informatiche. L'opera si apre con un'introduzione e la definizione dei princípi-guida. Seguono quindi le nuove norme di scritture proposte, che, dopo essere state presentate e discusse, una alla volta vengono introdotte nel testo stesso del libro, in modo che il lettore possa vederle in uso nella pratica.