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«Tutto ciò che è ascrivibile all'ente generico uomo e alle sue naturali diposizioni, cosi floridamente espresse dalla cultura greco-latina, è condotto dall'umanità di Gesù oltre quei naturali confini, e in un modo che non ha uguali nella storia umana. Una prospettiva che appare come una vera e propria inversione di tutti i valori.» (A. P.) L'autore di questo scritto si dichiara non credente. [...] Ebbene Bonhoeffer afferma che il cristiano, in questo mondo, è colui che vive «coram Deo etsi Deus non daretur». 'Davanti a Dio', per lasciarsi continuamente rinnovare dal suo respiro; 'come se Dio non fosse dato', perché non dobbiamo credere in un Dio 'tappabuchi' che fa al posto dell'uomo, ma che fa essere. E aggiunge: «Solo quando si ama a tal punto la vita e la terra da pensare che con la loro fine tutto è perduto, si può credere alla resurrezione dei morti e a un mondo nuovo». Il cristiano sa che il mondo è affidato alla propria responsabilità e che la sua vocazione è 'pregare e operare per la giustizia'. Allora, forse soltanto una persona 'non religiosa' può essere discepolo di Gesù. [d. F. M.]