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L'inizio del Novecento, carico di speranze, è segnato da un evento epocale: la Grande Guerra. Questo conflitto, per via delle sue sfaccettature, ha generato una vastissima produzione letteraria. Valerio Ragazzini ripercorre così le molteplici esperienze dei letterati romagnoli coinvolti nella guerra, nel tentativo di delinearne il volto. Narrazioni spesso insolite, non solo dalla prima linea, ma più spesso dalle retrovie, sui giornali, o dalle lettere scampate alla censura. Un'eco che investe romanzi e racconti, segno inequivocabile di una cicatrice impossibile da rimarginare. Pagine dalle quali «emerge l'anima messa a nudo del poeta e dello scrittore, il quale dà voce ad un'intera generazione le cui certezze spesso vacillarono una volta sperimentati i primi assalti, e che, in un certo senso, si sentì tradita dai padri ottocenteschi, dallo Stato, da chi governava, dai vertici militari, per lo più incompetenti e insensibili alle tante sofferenze che pativano i semplici.»